Una finestra aperta sulla «grande époque»

Petit bivouac de l’Empereur

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

Petit bivouac de l'Empereur
Petit bivouac de l’Empereur

“Petit bivouac de l’Empereur” – l’Empereur en habit a la chasseur et capote

Olio su tela, cm 30 x 13, collezione dell’autore.

Questa piccolissima tela, che nasce da una rivisitazione e re-interpretazione di un bellissimo lavoro del 1888 di Ernest Crofts (il valente pittore inglese 1847 – 1911, contemporaneo di Edouard Detaille, nato e morto un anno prima rispetto al grande Maestro francese), rappresenta l’Imperatore al termine di una giornata che, certamente, non è stata priva di tumulti e concitazione.

L’atmosfera e la situazione sono inequivocabilmente quelle di un bivacco, allestito in una porzione del terreno in precedenza occupato dall’avversario (ne sono testimonianza la palla di cannone di piccolo calibro che, dopo l’impatto al suolo, si è fermata in corrispondenza della lieve protuberanza del terreno ed il ferro che un qualche “equino nemico” ha perduto…circostanza tutt’altro che infrequente. All’angolo destro basso dell’immagine si indovina l’orma, che la ruota di un carriaggio ha lasciato sul terreno, residuo che porta ad immaginare una non lontana, fangosa giornata di pioggia).

Ci troviamo su di un piccolo poggio, in dominio di quota rispetto alla vallata che si apre in secondo piano (già lambita dalle prime ombre, mentre le creste risentono ancora della luminescenza dell’infuocato tramonto).

La giornata si chiude con un suggestivo crepuscolo e, come spesso accade, mentre in quota il vento pare spirare in una direzione (da sinistra di chi osserva la scena), una leggera brezza, al suolo, sembra avere senso opposto, orientando, di conseguenza, anche il fumo del falò (acceso per la breve riunione che l’Imperatore ha, come d’uso, da poco concluso con il Suo Stato Maggiore per quella che oggi, in linguaggio militare internazionale, va sotto il nome di “after action revue”).

Mentre i generali si saranno di già recati alle rispettive tende a meditare sugli ordini e disposizioni ricevute per l’indomani, ci si appresta a trascorrere qualche ora della imminente notte…la tenda Imperiale da campo, in pesante tessuto color verde, non è di certo lontana e, nei pressi del fuoco, Napoleone assorto nei Suoi pensieri giocherella con il piede sinistro con un ciocchetto di legno e rivolge lo sguardo all’immaginario osservatore di questa scena.

Sotto il leggendario cappotto grigio, l’habit dei Cacciatori a Cavallo della Guardia, sul cui petto sono appuntate la Legion d’Onore, l’Ordine della Corona Ferrea e la placca di Gran Maestro dell’Ordine della Legion d’Onore.

La spada, con fodero in cuoio nero e puntale rinforzato in rame-ottone, che pende dalla tasca in tessuto bianco, è di un modello, forse con qualche modifica, di “epée de ville”, che era un accessorio di uso assai comune nelle tenute da libera uscita e società degli ufficiali, specialmente quelli superiori (in particolare, si tratta del modello noto col nome di “Epée d’Austerlitz“).

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