La giberne perdue
Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)
La giberne perdue
Ufficiale subalterno dei Dragoni della Guardia Imperiale (Dragons de l’Imperatrice), uniforme da campagna fine 1813 – 1814 Campagna di Sassonia-Baviera, Tributo a Lucien Rousselot, omaggio a Jean Baptiste Edouard Detaille e memoria di Louis Michel Letort. Olio su tela cm. 50 x 30.
Per i dettagli uniformologici ed iconografici di questa tela, rimando al mio precedente lavoro dal titolo Avec son trompette, naturalmente nei termini di quanto afferisce il rango dell’uomo ritratto.
Come desumibile dalle cromie del paesaggio, siamo al termine di una tersa giornata autunnale ed una certa brezza spira dalla destra di chi guarda l’immagine, muovendo il crine del cavallo (che pure risente dei sussulti dovuti al momento del passaggio dal trotto al passo, in conseguenza de tiro a se delle (altro…)
Legion d’Honneur
Stefano Manni
Legion d’Honneur
Ufficiale dei Dragoni dell’Imperatrice, alta tenuta verso la metà del 1806
Un decreto imperiale, datato 15 aprile 1806, stabilì la creazione di un reggimento di dragoni in seno alla Guardia Imperiale che, l’anno successivo, fu intitolato ad una madrina d’eccezione: l’imperatrice. Da allora l’unità fu nota come “Regiment de Dragons de l’Imperatrice”
Inizialmente costituito da 2 squadroni di veterani ed uno di veliti, nel gennaio del 1812 l’unità era formata da 5 squadroni.
All’atto della creazione del reggimento, fu disposto che, (altro…)
Action morale en reconnaissance sur le rivage
Stefano Manni
Action morale en reconnaissance sur le rivage
Dragoni dell’Imperatrice, ufficiale subalterno in grande tenue e dragone uniforme da campagna 1806-1810
Un giovane ufficiale subalterno (a destra sul cavallo dal manto sauro e “balzano da tre piccolo calzato”) che, apparentemente, rimbrotta o, comunque, muove appunti al dragone che lo affianca e che monta una cavalcatura dal mantello baio scuro.
La coppia ha, probabilmente, appena compiuto una ricognizione lungo l’ampio litorale, sorvolato da candidi gabbiani, e sta rientrando in accampamento. L’uomo sembra essere molto toccato, dato l’atteggiamento apparentemente “contrito”, dalle parole del suo superiore.
Dettagli uniformologici:
L’ufficiale in grande tenue completa di cordelline in oro (distintive della membri della Guardia) e dell’alto pennacchio scarlatto fissato al reggipiumetto posto sul davanti dell’orecchione sinistro del suo elegante elmo “a la Minerve” (caratteristico del Reggimento), con turbante interamente guarnito in pelle di leopardo. Anche la bardatura del suo splendido cavallo, la cui attenzione sembra attirata da qualcosa, è quella da grande tenue.
Il dragone in uniforme da campagna, con il mantello avvolto diagonalmente al busto anziché ripiegato sulla valigia posta dietro la seduta della sella, ed il moschetto (modello 1777 modificato An IX) portato a tracolla, anziché riposto e fissato nell’apposita fondina che si scorge, libera, sotto la parte anteriore destra della sella. L’uomo, indossando l’uniforme da campagna, ha probabilmente riposto nella valigia le sue cordelline color aurore che normalmente avrebbe anch’egli fissato, come il suo superiore, alla spallina destra. Ovviamente anche il pennacchio scarlatto è stato riposto nella valigia o lasciato in alloggio.
La scena è databile tra il 1806 ed il 1810 in quanto l’ordine dei copri fonde (avanti sulle selle e rispettivamente gallonati in oro per l’ufficiale ed in aurore per la truppa) è duplice: dopo il 1810, diviene assai frequente, nel Reggimento, l’utilizzo di copri fonde a triplice ordine di copertura. ll dragone, con la postura del busto e l’apparente movimento retrogrado del braccio destro, sembra volersi in qualche modo aggiustare l’ingombrante fardello che, tra mantello, bandoliera con giberna e tracolla del moschetto, ne condiziona certo il movimento.
Olio su tela, 30 x 40, collezione privata
Avec son trompette
Stefano Manni
Avec son trompette
Ufficiale e tromba dei Dragoni dell’Imperatrice, uniforme da campagna 1811-14
Omaggio ad Edouard Detaille e a Lucien Rousselot
Il soggetto è tratto – con l’opportuno adattamento al Primo Impero – da una tela di Detaille raffigurante un gruppo di corazzieri nelle uniformi del Secondo Impero. Nel mio lavoro, invece, sotto lo stesso cielo decisamente minaccioso di quello impresso sulla tela dall’insigne Maestro francese, ecco apparire un ufficiale ed un trombettiere dei Dragoni dell’Imperatrice, nelle rispettive uniformi da campagna previste nel periodo tra il 1811 ed il 1814. L’ufficiale, inferiore in quanto la sola spallina sinistra risulta frangiata in canutiglia dorata, indossa il surtout verde scuro, con lunghe falde a risvolti scarlatti, guarniti dal fregio a granata dorato, ad un solo petto ed abbottonato da un’unica fila di 9 bottoni dorati (si noti la caratteristica cordellatura dorata, distintiva degli ufficiali della Guardia). I calzoni sono in tessuto grigio ed indossati senza ghette, utilizzate con altri tipi di pantaloni per una migliore calzata degli stivali da cavalleria pesante, alti e con paraginocchio (questi ultimi sembrano essere del tipo semi-rigido, con paraginocchio leggermente mobile). Gli speroni, per tutti i ranghi di questo prestigioso reggimento della Guardia, sono in ferro brunito, fissati al piede dello stivale mediante cinghietta in cuoio nero. Tra gli accessori, i guanti bianchi con parapolso (d’ordinanza per tutta la cavalleria pesante ma utilizzati anche dai lancieri) cosiddetti “alla moschettiera” che, per la particolare situazione prospettica del braccio destro, lasciano scorgere la profilatura scarlatta dei paramani del surtout, guarniti da 3 bottoni dorati. Il cinturone, con fibbia rettangolare in rame dorato ed i pendagli reggi sciabola, sono in cuoio tinto bianco. La sciabola, a lama leggermente ricurva e con fodero in rame con fornimenti in cuoio nero, ha l’elsa ornata da un fregio a granata e dragona dorata (particolari qui non visibili). L’elmo, dalla elegante, slanciata e caratteristica foggia neoclassica, ha crine di cavallo nero fissato all’alto ed istoriato cimiero in rame dorato, con l’eccedenza del crine stesso che fuoriesce a ciuffo da un bulbo dorato posto alla sommità del cimiero. Il turbante è guarnito in pelle di leopardo (elemento condiviso anche con sottufficiali e truppa in questo reggimento) ed il profilo della visiera ha un sottile rinforzo in rame dorato. Nonostante la tenuta di campagna, l’uomo non ha rinunciato a guarnire l’elmo con il vistoso pennacchio scarlatto, comunque d’ordinanza anche se di non frequentissimo utilizzo in operazioni, fissato al reggi-piumetto che si trova davanti all’orecchione sinistro. La bardatura del cavallo è quella regolamentare per quel periodo e tenuta, con gualdrappa verde scuro profilata in scarlatto e gallonata in oro (gallone più spesso all’esterno) con fregio di corona dorata ai vertici posteriori e copri fonde in tessuto verde scuro a triplice ordine, anch’essi bi-gallonati in oro e profilati in scarlatto. Forse la gualdrappa risulta leggermente più inclinata ed angolata rispetto al previsto ma il cosiddetto “fuori ordinanza” era, per la quasi totalità degli ufficiali di ogni arma e specialità (specialmente per la Cavalleria), praticamente la regola. Il seggio della sella è foderato e cucito in tessuto bianco. La testiera e le redini sono in cuoio naturale con fibbiame dorato e comprendono una capezzina a false redini color aurore-dorato, mentre gli staffili da ufficiale sono in cuoio rossastro. Il pettorale del cavallo è orizzontale (come per la cavalleria pesante e per i reggimenti dragoni di linea). L’apparente torsione forzata, nella postura della caviglia destra dell’ufficiale, è dovuta a quella particolare situazione che unisce la necessità di continuare ad esercitare pressione sulla panca della staffa, allontanando, al contempo, lo sperone dal costato della cavalcatura. Dragoni dell’Imperatrice e Cacciatori a Cavallo della Guardia montavano, ove possibile, cavalli sauri nelle varie tonalità del suddetto mantello. Il giovane trombettiere indossa il surtout celeste ad un solo petto chiuso da 9 bottoni dorati, con colletto e spalline non frangiate, profilati in oro e cordellatura blu ed oro (parimenti a quella della tromba che ha fatto passare diagonalmente attorno al busto). Come tradizione per quasi tutti i musicanti “criniti”, anche il nostro fa garrire al vento una criniera bianca ed ha corredato l’elmo del previsto pennacchio celeste. La bardatura del cavallo (grigio come tradizione per i trombettieri) è analoga a quella dell’ufficiale, salvo che per il color aurore in luogo dell’oro, per il celeste in luogo del verde scuro e per la valigia ed il mantello (con pistagna scarlatta) posti sul retro della sella. I trombettieri, nei Dragoni dell’Imperatrice, erano armati di sciabola come il resto della truppa ma, a differenza, avevano in dotazione una sola pistola in luogo della normale coppia distribuita ai non musicanti. Nota tricolore… E’ interessante ricordare che, tra gli ufficiali che hanno svolto alti incarichi di comando in questa unità della Guardia Imperiale, alcuni avevano nomi dalle curiose sonorità Italiane: nel 1806, ad esempio, il comandante del reggimento era tale Arrighi de Casanova, mentre nel 1813 era il Conte d’Ornano. Ma il più noto, e forse colui che ha per sempre legato il suo nome al reparto, è il Colonnello Letort che, alla sua testa nelle ultime, epiche cariche, troverà la morte sul campo di Waterloo. Bibliografia uniformologica: Lucien Rousselot nonchè Officers et Soldats: LA GARDE IMPERIALE, Tome 2, Les troupes a cheval, par Andrè Jouneau et Jean Marie Mongin, Histoire et Collections.
Olio su tela
Cm 40 x 30
Collezione dell’Autore
Le matin blanc
Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)
Le matin blanc
Trombettiere del Reggimento Dragoni dell’Imperatrice, Prussia Orientale 1807
Omaggio al Rousselot
Olio su tela
Cm 30 x 40
Collezione dell’Autore
Breve sosta salendo
Stefano Manni
Breve sosta salendo
Dragone dell’Imperatrice, tenuta da campagna 1806-09
Il soggetto qui rappresentato appartiene al Reggimento dei Dragoni dell’Imperatrice (cavalleria media della Guardia Imperiale), dedicato dall’Imperatore alla propria amata consorte e costituito ufficialmente nel 1806. Il taglio dell’uniforme, che al contrario di quanto avvenne per i dragoni di linea, variò assai poco nel corso degli anni fino al 1815, constava di una giubba a falde allungate color verde scuro (cromatismo caratteristico dei dragoni, è noto, peraltro, che fosse il colore preferito di Napoleone) con risvolti scarlatti guarniti con fregi di granata aurore (oro per gli ufficiali) sottopannati bianchi. Le spalline erano color aurore e senza frange (per sottufficiali e truppa) e frangiate e dorate per gli (altro…)