23 Ottobre 1942 – El Alamein, Onore agli invitti “Leoni della Folgore”

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)
23 Ottobre 1942 – El Alamein, Onore agli invitti “Leoni della Folgore”
Pastelli misti su carta spolvero, da due celebri fotogrammi dell’epoca, cm. 40 x 50 e 20 x 24.
Collezione “Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia” – Sezione di Monza
El Alamein, Onore agli invitti “Leoni della Folgore”
El Alamein, Onore agli invitti “Leoni della Folgore”
“…la gioia di quella lunga criniera bianca…”

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)
“…la gioia di quella lunga criniera bianca…”
Panoplia di vecchia, argentea Tromba “Voloire”
Olio su tela – cm. 40 x 30 – collezione privata.
Ho dipinto questa terza panoplia dedicata al Reggimento Artiglieria a Cavallo (nel quale ho avuto l’onore ed il privilegio di servire per quasi quattro lustri), per celebrare nuovamente i fasti dei leggendari “Artiglieri bianco-criniti”, già illustrati nella mia tela “Allo squillo del La, Caricat-Voloire!“, nonché rappresentati in modo sontuoso da alcune bellissime tavole del Cenni e la cui indole è tratteggiata, in uno smagliante ed avvincente stile letterario, dall’agilissima penna del Generale Emiliano “Jan” Vialardi di Sandigliano (per gentile concessione del figlio, si propone, più sotto, un suo magnifico pezzo dedicato, per l’appunto, ad una “tromba d’argento” del reggimento).
La composizione pittorica comprende alcuni emblematici elementi che stigmatizzano le “Batterie” ed i loro musicanti :
– le ricurve sciabole (nella foggia richiamanti quelle da truppa per artiglieria a cavallo mod. 1855, che ho voluto, però, corredare di impugnatura in ebano impercettibilmente zigrinato, materiale più nobile rispetto ad altre soluzioni), con elsa a staffa, incrociate;
– il kepì per l’Uniforme Storica mod. 1887, con la passamaneria scarlatta ad indicare il grado di caporale che, a differenza degli analoghi copricapo da artigliere, con criniera nera, ne sfoggia una bianca (nello spirito della datatissima tradizione, che vuole i musicanti contraddistinti da elementi di candore sui propri copricapo, con particolare riguardo a crini e pellicce);
– la tromba, d’argento “vissuto”, ma “tirato a lustro”, con la parte visibile del lungo cordone, ad intreccio elicoidale, con doppia campata scarlatta e singola gialla (la parte nascosta dalla drappella, dovrebbe presentasi in configurazione a treccia);
– la vistosa drappella (che ho volutamente rappresentato nella sua “parte a rovescio”, meno nota, rispetto ad altre cromie, ma non meno affascinante), in uso al reggimento dal 1957. Essa mostra, ricamato in tinta giallo ocra chiaro e bianco, su di un marziale ma delicato sfondo “celeste stinto” (che richiama il colore dei cappotti da artigliere e delle mantelle da ufficiale delle “Voloire”, nonché il colore sabaudo), il fregio tipico, con granata, cannoni e sciabole incrociate. La frangiatura, fissata ai tre lati liberi del profilo in spessa passamaneria color giallo ocra chiaro, è in fine canutiglia dorata.
Invito ora, come poc’anzi accennato, gli estimatori della più autentica Arte del bello scrivere, a gustare, come un confetto di rosolio del buon tempo antico, la sagace, sfavillante, arguta descrizione che il Generale Vialardi di Sandigliano fa di un fiero, fedele e motivatissimo trombettiere delle “Batterie”, non esente da tratti di squisita umanità.
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IL TROMBA
E’ l’artigliere più “mafioso” in una Batteria a Cavallo. Tutto in lui tende alla perfezione: l’uniforme di esatta ordinanza, la prestanza del suo cavallo, l’argento brillante degli speroni, delle staffe, del morso e della tromba nella quale si specchiano i colori vivaci della drappella, il caldo colore rosso bruno della sella e l’agile scatto del suo volteggio ne fanno veramente un soldato che si guarda volentieri. Egli è l’ombra del suo Comandante e con lui si scapicolla a cavallo per la brughiera, trotta rassegnato nelle interminabili marce e fa il “morbidone” negli sfilamenti in parata, fierissimo di se, invidiato dai compagni e perdutamente ammirato dalle ragazze della periferia.
Neppure il suo mestiere è facile e comodo, specialmente all’arrivo delle tappe, quando scarpina su e giù per il paese a cercare un buon locale per i cavalli del suo ufficiale e deve ingoiarsi dei chilometri per andare a ritirare la biada ed il foraggio, mentre gli altri stan prendendo già il rancio e lo sfottono spietatamente, oppure quando andrebbe tanto volentieri in libera uscita e deve invece partirsene per San Siro o per il campo ostacoli a portare i cavalli all’esercizio!
Ma la gioia di quella lunga criniera bianca – e sei Tu solo a portarla, in batteria! – non basta forse a compensarti di quelle sgobbate, irraggiungibile idolo delle tonde servotte lombarde?
Tomaso Vialardi di Sandigliano, Tommaso Vitale, Batterie a cavallo, Artistica Editrice, Milano, 2007
Cipiglio fiero di conterraneo, grande condottiero

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)
Cipiglio fiero di conterraneo, grande condottiero
Copia a pastelli misti tinta terra su carta spolvero, di un intenso e severo scatto fotografico dell’amico Piero, allo splendido busto bronzeo di Raimondo Montecuccoli (Pavullo nel Frignano 21 febbraio 1609 – Linz 16 ottobre 1680), sito nello spiazzo antistante il Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano (MO) – opera scultorea datata 1909, di Giuseppe Graziosi – collezione privata
Panoplie Volòire
Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maina)
Panoplie Volòire
Olio su tela – cm. 30 x 24 e 24 x 30. Collezioni dell’autore e dell’Avv. Yuri Tartari (ogni diritto riservato)
Due panoplie dedicate alle Batterie a Cavallo italiane, le “Volòire“, l’una con kepì da capitano e l’altra con Kepì da caporale.
Queste due piccole tele, scaturiscono da un’idea dell’Avvocato Yuri Tartari (già efficientissimo volontario nel Reggimento Artiglieria a Cavallo e parimenti motivato Caporale Furiere della Prima Batteria, nell’anno 2004), il quale mi ha chiesto la stesura – su suo bozzetto – di un “logo” per il suo blog dedicato all’artiglieria a cavallo, il documentatissimo www.caricatvoloire.it.
Entrambe le panoplie, mostrano due kepì dell’uniforme storica del Reggimento Artiglieria a Cavallo (costituito a Milano il 1° novembre 1887) e richiamano, negli altri elementi, il fregio del reparto, costituito da granata fiammeggiante (qui invece sostituita dal copricapo tipico), sciabole dell’artiglieria sardo-piemontese con impugnatura a staffa e cannoni incrociati.
La prima, ritrae il mio kepì da comandante della Batteria a Cavallo con l’anno di fondazione delle prime “batterie volanti” o “all’inglese”, avvenuta in Venaria Reale l’8 aprile 1831. Ciò, in omaggio personale all’orgoglio e all’onore di aver servito per quasi vent’anni quale ufficiale effettivo delle “Volòire” (dal 3 gennaio 1985 al 2 dicembre 2004), ricoprendovi svariati incarichi di comando e di staff. In particolare, mi pregio essere stato comandante della Batteria a Cavallo, tra il 1990 ed il 1993, e il 78° comandante del Primo Gruppo dal 12 novembre 2003 al 2 dicembre 2004.
La seconda, con il kepì da caporale, è quella scelta dall’Avv. Tartari quale “logo” del suo notissimo blog. Difatti è dotata di cartiglio con all’interno il nome / indirizzo internet del blog.
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Nota bene: tutti i diritti relativi alle due immagini sono integralmente ed esclusivamente riservati all’autore e al proprietario delle opere. In particolare, viene fatto divieto del loro uso, modifica, trasformazione e diffusione senza la previa autorizzazione scritta degli aventi diritto.
La M.O.V.M. Col. Alberto Li Gobbi, 40° comandante delle Batterie a Cavallo
Stefano Manni
La M.O.V.M. Col. Alberto Li Gobbi, 40° comandante delle Batterie a Cavallo
Matite miste su cartoncino – collezione privata
La M.O.V.M. Gen. Alberto Li Gobbi, comandante delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa
Stefano Manni
La M.O.V.M. Gen. Alberto Li Gobbi, comandante delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa
matite miste su cartoncino – collezione privata
“Tasi e tira”, le silenziose fatiche degli alpini
Stefano Manni
“Tasi e tira”, le silenziose fatiche degli alpini
Pastello su carta da spolvero, cm 10 x 15, collezione G.B.
Trincea

Stefano Manni (di Torre Maina)
Trincea
Bozzetto-studio per trincea italiana della Grande Guerra 1915 – 1918, da una foto dell’epoca
Pastelli terra e matite miste su carta spolvero cm. 20 x 30
Collezione privata