Una finestra aperta sulla «grande époque»

04 Forze Armate Italiane

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Mon beau général

Mon beau général
Mon beau général
Mon beau général

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna): “Mon beau général” – Ritratto del giovane Generale Teodoro Lechi (Brescia 16 gennaio 1778 – Milano 2 maggio 1866) tecnica mista pastelli ed olio su cartoncino spolvero, cm.37 x 27, collezione privata.

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna): “Mon beau général” – Portrait du jeune General Teodoro Lechi (Brescia 16 janvier 1778 – Milan 2 mai 1866), tecnique mixte pastels et huile sur carton saupudré, cm. 37 x 27, collection privée.

Quattordicesimo della numerosa figliolanza di Fausto Lechi, dopo le nozze con la Contessa Clara Martinengo Cesaresco, si arruolò, 19enne, nella “Legione Bresciana”, per poi approdare, all’atto della proclamazione della Repubblica Cisalpina, alla “VI Legione Cisalpina” (della quale guiderà il Primo Battaglione).

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162° Corso “Onore”: quarantennale e gemellaggio con il 202° Corso “Onore” (Accademia Militare di Modena, 22 ottobre 2021)

L’immagine del lavoro a pastelli che ho realizzato in occasione delle celebrazioni del quarantennale del mio Corso
(comprensive del gemellaggio con l’omonimo 202° Corso allievi ufficiali, attualmente in frequenza del secondo anno accademico).

Stile ed eleganza di un Gentiluomo dell’Arma

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna) “Stile ed eleganza di un Gentiluomo dell'Arma”
Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna) “Stile ed eleganza di un Gentiluomo dell'Arma”
Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna) “Stile ed eleganza di un Gentiluomo dell’Arma

Tecnica Mista pastelli e olio su carta spolvero, cm. 47 x 33 (collezione privata).


Velox ad Impetum

Velox ad Impetum
Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)
Velox ad Impetum

Regio Esercito Italiano, Bersaglieri – tromba in tenuta di marcia (1898-1899 ca.)

Tecnica mista (bozzetto a pastelli , lavoro ad olio) su carta spolvero, cm. 25 x 33

Omaggio e dono al Maestro Giampiero Montanari (insigne pittore bolognese e già bersagliere atleta nell’Ottavo).


Vecchio Kepì

Vecchio Kepì
Vecchio Kepì
Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna) “Vecchio Kepì”

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Il Propugnatore

Il Propugnatore

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

Il Propugnatore

Il Propugnatore

Il Propugnatore

Ritratto di Alfonso Ferrero della Marmora, nel grado di Generale d’Armata; comandante della spedizione in Crimea, per due mandati Ministro della Guerra e successore del Cavour quale Presidente del Consiglio dei Ministri per tre mandati

Tecnica Mista pastelli e olio su carta spolvero, cm. 45 x 33 (collezione privata).

Ho eseguito questo ritratto del propugnatore delle Batterie a Cavallo, ispirandomi in prevalenza ad un vecchio “seppiato”, ma tenendo anche conto di alcune delle più note immagini iconografiche del grande comandante e uomo di stato.


Volòira

Volòira

Volòira

Volòira

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

Volòira

Pezzo da 75/27 mod. 1906 modificato 1912 per “Batterie a Cavallo” con artiglieri in uniforme mod. 1887

Pastelli e Olio su carta spolvero, cm. 33 x 49 (collezione Yuri Tartari).

Ho eseguito questo lavoro a tecnica mista, con bozzetto a pastelli misti e prosieguo del lavoro ad olio, reinterpretando, dal punto di vista cromatico e paesaggistico, una bella fotografia scattata probabilmente durante il mio periodo di comando della prestigiosa compagine storica del Reggimento Artiglieria a Cavallo. Questo per un nuovo, affettuoso e nostalgico omaggio agli artiglieri criniti che ebbi alle dipendenze in anni intensi e bellissimi, nelle “Volòire”.

Nel lunghissimo periodo in cui ho avuto l’onore di servire la Patria in Armi nelle “Batterie a Cavallo”, ricoprendo (altro…)


Bianche Criniere

Bianche Criniere

Bianche Criniere

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

Bianche Criniere

Caporale Furiere Trombettiere delle Batterie a Cavallo “Voloire”

Uniforme di Servizio primaverile mod. 1887, conforme ai Regolamenti datati 12 novembre 1874. Pastelli e Olio su carta spolvero, cm. 33 x 48 (collezione privata).

Ho eseguito questo lavoro a tecnica mista in omaggio ai (altro…)


Pro Petri Sede

Pro Sede Petri

Pro Sede Petri

Pro Petri Sede

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

Pro Sede Petri

Mentana, 3 novembre 1867 – morte di uno zuavo pontificio – pastelli misti ed olio su cartoncino spolvero, cm. 45 x 33 (2019).

Ho eseguito questo lavoro per le esigenze editoriali dei cari amici Pierluigi Romeo di Colloredo Mels e Paolo Capitini, che hanno recentemente steso pregevoli opere saggistiche e letterarie sulla Campagna dell’Agro Romano e sulla Battaglia di Mentana.

L’immagine nasce da una libera reinterpretazione di una splendida tela di

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Igne celerrime diruo

Reggimento Artiglieria Celere «Principe Eugenio di Savoia» (1°)

Reggimento Artiglieria Celere «Principe Eugenio di Savoia» (1°)

Reggimento Artiglieria Celere «Principe Eugenio di Savoia» (1°)

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

“Igne celerrime diruo”

Stemma e motto araldici del Reggimento Artiglieria Celere «Principe Eugenio di Savoia» (1°). Pastelli misti su carta spolvero, cm. 35 x 24, collezione privata.

Questo reparto «Volòire» fu uno dei tre reggimenti di artiglieria motorizzata per Divisione Celere gemmati dallo scioglimento del Reggimento Artiglieria a Cavallo nell’ottobre del 1934.

Il «Primo Articelere» ebbe sede a Pordenone. Prese parte dal febbraio 1941 alle operazioni sul Fronte libico con i suoi gruppi motorizzati. Nel giugno del 1941 perse il gruppo a cavallo, che confluì a ricostituire, unitamente ai gruppi a cavallo degli altri «articeleri», il Reggimento Artiglieria a Cavallo (3°) in approntamento per la Campagna di Russia.

Fu ufficialmente disciolto per eventi bellici il 27 novembre 1942. (altro…)


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23 Ottobre 1942 – El Alamein, Onore agli invitti “Leoni della Folgore”

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

23 Ottobre 1942 – El Alamein, Onore agli invitti “Leoni della Folgore”

Pastelli misti su carta spolvero, da due celebri fotogrammi dell’epoca, cm. 40 x 50 e 20 x 24.

Collezione “Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia” – Sezione di Monza


“…la gioia di quella lunga criniera bianca…”

Panoplia di vecchia, argentea Tromba "Voloire"

 

"...la gioia di quella lunga criniera bianca…"

“…la gioia di quella lunga criniera bianca…”

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

“…la gioia di quella lunga criniera bianca…”

Panoplia di vecchia, argentea Tromba “Voloire”

Olio su tela – cm. 40 x 30 – collezione privata.

Ho dipinto questa terza panoplia dedicata al Reggimento Artiglieria a Cavallo (nel quale ho avuto l’onore ed il privilegio di servire per quasi quattro lustri), per celebrare nuovamente i fasti dei leggendari “Artiglieri bianco-criniti”, già  illustrati nella mia tela “Allo squillo del La, Caricat-Voloire!“, nonché rappresentati in modo sontuoso da alcune bellissime tavole del Cenni e la cui indole è tratteggiata, in uno smagliante ed avvincente stile letterario, dall’agilissima penna del Generale Emiliano “Jan” Vialardi di Sandigliano (per gentile concessione del figlio, si propone, più sotto, un suo magnifico pezzo dedicato, per l’appunto, ad una “tromba d’argento” del reggimento).
La composizione pittorica comprende alcuni emblematici elementi che stigmatizzano le “Batterie” ed i loro musicanti :
– le ricurve sciabole (nella foggia richiamanti quelle da truppa per artiglieria a cavallo mod. 1855, che ho voluto, però, corredare di impugnatura in ebano impercettibilmente zigrinato, materiale più nobile rispetto ad altre soluzioni), con elsa a staffa, incrociate;
– il kepì per l’Uniforme Storica mod. 1887, con la passamaneria scarlatta ad indicare il grado di caporale che, a differenza degli analoghi copricapo da artigliere, con criniera nera, ne sfoggia una bianca (nello spirito della datatissima tradizione, che vuole i musicanti contraddistinti da elementi di candore sui propri copricapo, con particolare riguardo a crini e pellicce);
– la tromba, d’argento “vissuto”, ma “tirato a lustro”, con la parte visibile del lungo cordone, ad intreccio elicoidale, con doppia campata scarlatta e singola gialla (la parte nascosta dalla drappella, dovrebbe presentasi in configurazione a treccia);
– la vistosa drappella (che ho volutamente rappresentato nella sua “parte a rovescio”, meno nota, rispetto ad altre cromie, ma non meno affascinante), in uso al reggimento dal 1957. Essa mostra, ricamato in tinta giallo ocra chiaro e bianco, su di un marziale ma delicato sfondo “celeste stinto” (che richiama il colore dei cappotti da artigliere e delle mantelle da ufficiale delle “Voloire”, nonché il colore sabaudo), il fregio tipico, con granata, cannoni e sciabole incrociate. La frangiatura, fissata ai tre lati liberi del profilo in spessa passamaneria color giallo ocra chiaro, è in fine canutiglia dorata.
Invito ora, come poc’anzi accennato, gli estimatori della più autentica Arte del bello scrivere, a gustare, come un confetto di rosolio del buon tempo antico, la sagace, sfavillante, arguta descrizione che il Generale Vialardi di Sandigliano fa di un fiero, fedele e motivatissimo trombettiere delle “Batterie”, non esente da tratti di squisita umanità.

***

IL TROMBA

E’ l’artigliere più “mafioso” in una Batteria a Cavallo. Tutto in lui tende alla perfezione: l’uniforme di esatta ordinanza, la prestanza del suo cavallo, l’argento brillante degli speroni, delle staffe, del morso e della tromba nella quale si specchiano i colori vivaci della drappella, il caldo colore rosso bruno della sella e l’agile scatto del suo volteggio ne fanno veramente un soldato che si guarda volentieri. Egli è l’ombra del suo Comandante e con lui si scapicolla a cavallo per la brughiera, trotta rassegnato nelle interminabili marce e fa il “morbidone” negli sfilamenti in parata, fierissimo di se, invidiato dai compagni e perdutamente ammirato dalle ragazze della periferia.

Neppure il suo mestiere è facile e comodo, specialmente all’arrivo delle tappe, quando scarpina su e giù per il paese a cercare un buon locale per i cavalli del suo ufficiale e deve ingoiarsi dei chilometri per andare a ritirare la biada ed il foraggio, mentre gli altri stan prendendo già il rancio e lo sfottono spietatamente, oppure quando andrebbe tanto volentieri in libera uscita e deve invece partirsene per San Siro o per il campo ostacoli a portare i cavalli all’esercizio!

Ma la gioia di quella lunga criniera bianca – e sei Tu solo a portarla, in batteria! – non basta forse a compensarti di quelle sgobbate, irraggiungibile idolo delle tonde servotte lombarde?

Tomaso Vialardi di Sandigliano, Tommaso Vitale, Batterie a cavallo, Artistica Editrice, Milano, 2007


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Cipiglio fiero di conterraneo, grande condottiero

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maìna)

Cipiglio fiero di conterraneo, grande condottiero

Copia a pastelli misti tinta terra su carta spolvero, di un intenso e severo scatto fotografico dell’amico Piero, allo splendido busto bronzeo di Raimondo Montecuccoli (Pavullo nel Frignano 21 febbraio 1609 – Linz 16 ottobre 1680), sito nello spiazzo antistante il Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano (MO) – opera scultorea datata 1909, di Giuseppe Graziosi – collezione privata


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Panoplie Volòire

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maina)

Panoplie Volòire

Olio su tela – cm. 30 x 24 e 24 x 30. Collezioni dell’autore e dell’Avv. Yuri Tartari (ogni diritto riservato)

Due panoplie dedicate alle Batterie a Cavallo italiane, le “Volòire“, l’una con kepì da capitano e l’altra con Kepì da caporale.

Queste due piccole tele, scaturiscono da un’idea dell’Avvocato Yuri Tartari (già efficientissimo volontario nel Reggimento Artiglieria a Cavallo e parimenti motivato Caporale Furiere della Prima Batteria, nell’anno 2004), il quale mi ha chiesto la stesura – su suo bozzetto – di un “logo” per il suo blog dedicato all’artiglieria a cavallo, il documentatissimo www.caricatvoloire.it.

Entrambe le panoplie, mostrano due kepì dell’uniforme storica del Reggimento Artiglieria a Cavallo (costituito a Milano il 1° novembre 1887) e richiamano, negli altri elementi, il fregio del reparto, costituito da granata fiammeggiante (qui invece sostituita dal copricapo tipico), sciabole dell’artiglieria sardo-piemontese con impugnatura a staffa e cannoni incrociati.

La prima, ritrae il mio kepì da comandante della Batteria a Cavallo con l’anno di fondazione delle prime “batterie volanti” o “all’inglese”, avvenuta in Venaria Reale l’8 aprile 1831. Ciò, in omaggio personale all’orgoglio e all’onore di aver servito per quasi vent’anni quale ufficiale effettivo delle “Volòire” (dal 3 gennaio 1985 al 2 dicembre 2004), ricoprendovi svariati incarichi di comando e di staff. In particolare, mi pregio essere stato comandante della Batteria a Cavallo, tra il 1990 ed il 1993, e il 78° comandante del Primo Gruppo dal 12 novembre 2003 al 2 dicembre 2004.

La seconda, con il kepì da caporale, è quella scelta dall’Avv. Tartari quale “logo” del suo notissimo blog. Difatti è dotata di cartiglio con all’interno il nome / indirizzo internet del blog.

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Nota bene: tutti i diritti relativi alle due immagini sono integralmente ed esclusivamente riservati all’autore e al proprietario delle opere. In particolare, viene fatto divieto del loro uso, modifica, trasformazione e diffusione senza la previa autorizzazione scritta degli aventi diritto. 


Sapienza e Forza

Stefano Manni (dell'Isola di Torre Maina) - "Sapienza e Forza" - reinterpretazione, con tecnica mista pastello ed olio su carta spolvero, dello Stemma del 18° Corso "N.E.A.S.M.I." (Nucleo Esercito Accademia di Sanità Militare Interforze), in occasione del Trentennale

Stefano Manni (dell'Isola di Torre Maina) - "Sapienza e Forza" - reinterpretazione, con tecnica mista pastello ed olio su carta spolvero, dello Stemma del 18° Corso "N.E.A.S.M.I." (Nucleo Esercito Accademia di Sanità Militare Interforze), in occasione del Trentennale

Stefano Manni (dell’Isola di Torre Maina) – “Sapienza e Forza” – reinterpretazione, con tecnica mista pastello ed olio su carta spolvero, dello Stemma del 18° Corso “N.E.A.S.M.I.” (Nucleo Esercito Accademia di Sanità Militare Interforze), in occasione del Trentennale


“Onore”

Onore

Onore

Stefano Manni (di Torre Maina) – “Onore” – Accademia Militare – Stemma del 162° Corso “Onore” – Olio su tela, cm. 30 x 40 – collezione Accademia Militare di Modena – (in occasione del 35° anniversario dell’ingresso in Accademia del mio Corso Allievi Ufficiali – Modena 19 – 20 settembre 1980 – S.M.)


La M.O.V.M. Col. Alberto Li Gobbi, 40° comandante delle Batterie a Cavallo

La M.O.V.M. Col. Alberto Li Gobbi, 40° comandante delle Batterie a Cavallo

La M.O.V.M. Col. Alberto Li Gobbi, 40° comandante delle Batterie a Cavallo

Stefano Manni

La M.O.V.M. Col. Alberto Li Gobbi, 40° comandante delle Batterie a Cavallo

Matite miste su cartoncino – collezione privata


La M.O.V.M. Gen. Alberto Li Gobbi, comandante delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa

La M.O.V.M. Gen. Alberto Li Gobbi, comandante delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa

La M.O.V.M. Gen. Alberto Li Gobbi, comandante delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa

Stefano Manni

La M.O.V.M. Gen. Alberto Li Gobbi, comandante delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa

matite miste su cartoncino – collezione privata


“Tasi e tira”, le silenziose fatiche degli alpini

"Tasi e tira", le silenziose fatiche degli alpini

“Tasi e tira”, le silenziose fatiche degli alpini

Stefano Manni

“Tasi e tira”, le silenziose fatiche degli alpini

Pastello su carta da spolvero, cm 10 x 15, collezione G.B.


Trincea

Trincea

Trincea

Trincea

Stefano Manni (di Torre Maina)

Trincea

Bozzetto-studio per trincea italiana della Grande Guerra 1915 – 1918, da una foto dell’epoca

Pastelli terra e matite miste su carta spolvero cm.  20 x 30

Collezione privata


Generale di Divisione dei Bersaglieri in Grande Uniforme

Generale di Divisione dei Bersaglieri in Grande Uniforme

Generale di Divisione dei Bersaglieri in Grande Uniforme

Stefano Manni

Generale di Divisione dei Bersaglieri in Grande Uniforme

Pastelli misti su carta spolvero, cm. 53 x 35

Collezione privata


Bandiere di Guerra

Bandiere di Guerra

Bandiere di Guerra

Stefano Manni

Bandiere di Guerra

Brigata Paracadutisti “Folgore”:  il Generale Carmine Masiello, 27° Comandante, marcia alla testa delle Bandiere di Guerra dei Reggimenti a seguito dell’aviolancio delle stesse – Zona Lancio di Altopascio.

Pastelli misti su carta spolvero, cm. 35 x 50.

Collezione G.C.M.


DIXI, SUASI, VICI

DIXI, SUASI, VICI

DIXI, SUASI, VICI

“DIXI, SUASI, VICI” 28° reggimento “Pavia”: nessuno può permettersi di non comunicare – Gullistan Valley – Afghanistan 2010, pastello su carta spolvero, cm. 40 x 30, collezione 28° reggimento “Pavia” (Pesaro).


Tranquilla fierezza

Tranquilla fierezza

Tranquilla fierezza

Stefano Manni

Tranquilla fierezza

Caporalmaggiore delle Batterie a Cavallo, uniforme di servizio 1887

Il crinito graduato delle Voloire, probabilmente un capo-pezzo, viene qui raffigurato nell’uniforme in dotazione nel 1887, anno di costituzione del Reggimento Artiglieria a Cavallo e del suo insediamento nella città di Milano (nella caserma “Principe Eugenio di Savoia“, chiamata dai vecchi milanesi “la Vulanta“, che sorgeva in Porta Vittoria, proprio nel perimetro dell’odierno Palazzo di Giustizia).

Il nostro monta una cavalcatura saura (con stella bianca leggermente tendente verso una corta lista) ed indossa l’uniforme regolamentare di servizio (in panno blu scuro profilato al colletto, spalline e bottoniera, in lana gialla), potremmo dire, da “mezza stagione” senza, dunque, il cappotto con mantellina in panno celeste.

Il kepì, dalle profilature in lana gialla, è dotato della lunga criniera nera (bianca per i trombettieri), che si inserisce nello stesso grazie al raccordo tra tulippa in ottone e nappina di lana.

Questo copricapo è anche oggi una delle più ammirate caratteristiche distintive degli artiglieri a cavallo.

Il distintivo di grado è in tessuto rosso, applicato sul bordo alto dello stesso. E’ poi ripetuto immediatamente a seguire la profilatura in lana gialla del paramano, prima dell’elaborata strofoide (sempre in tessuto rosso).

La bandoliera in cuoio naturale tinto in lacca gialla (con fregio a cannoni incrociati e granata raccordati da 2 catenelle in rame ottonato), regge la giberna in cuoio rigido nero con patta frontale ornata da fregio a agranata in ottone (qui non visibile per questioni prospettiche).

La robusta sciabola brunita a lama spessa e ricurva, è fissata al quartiere sinistro della gualdrappa in vello di montone fulvo (sul lato destro, qui non visibile, trova alloggiamento il corto moschetto) e la sella è stata allocata su una copertina in tessuto grezzo.

Interessante (e di uso frequente), la cosiddetta “staffa di cortesia” (incernierata alla panca di quella sinistra e ripiegabile) atta a rendere più agevole l’atto del montare in sella.

Olio su tela cm. 30 x 20, collezione privata